Certosa di San Martino
Apertura
Prenotazione Facoltativa
Orario di apertura:
- Lun
- 08:30 - 17:00
- Mar
- 08:30 - 17:00
- Mer
- Chiuso
- Gio
- 08:30 - 17:00
- Ven
- 08:30 - 17:00
- Sab
- 08:30 - 17:00
- Dom
- 08:30 - 17:00
Informazioni apertura
InfoChiusura settimanale: mercoledì.
Gli ambienti e le sezioni del museo saranno visitabili come di seguito specificato:
8.30 - 17.00:
Cortile Monumentale;
Chiesa;
Sezione Presepiale;
Chiostro dei Procuratori;
Refettorio;
Chiostro grande;
Ambienti annessi alla Chiesa (Parlatorio, Capitolo, Coro, Sagrestia, Cappella del Tesoro);
Sala della Cona dei Lani;
Androne delle Carrozze;
Terrazza belvedere e giardini (i giardini chiudono un'ora prima del tramonto e in ogni caso di allerta meteo diramata dalla Protezione Civile)
9.40 - 17.00:
Quarto del Priore (fino alla loggia);
Sezione Navale
Immagini e Memorie della Città e del Regno | Sale dalla 32 alla 36
I gruppi, con o senza guida turistica, possono essere formati al massimo da 25 persone e al momento non è richiesta alcuna prenotazione; i gruppi, che possono entrare a 10 minuti di distanza l'uno dall'altro, per motivi di sicurezza non possono occupare contemporaneamente la stessa sala museale. E' consigliabile l'utilizzo del sistema whisper.
Gli animali, anche se di piccola taglia, non sono ammessi nel museo con l’eccezione dei cani guida per non vedenti.
NB: I sotterranei gotici, la Sezione Teatrale, la Sezione di Arti decorative e il Museo dell'Opera della Certosa sono al momento chiusi al pubblico per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza e di riallestimento.
Per contattare la Direzione +39 081 2294501
Per prenotare:
- Tel
- +39 06 87570182
- Website
- https://portale.museiitaliani.it/b2c/it/buyTicketless/52129e6b-aba0-4ed6-81fb-f925d1734bb5
Biglietteria
Informazioni biglietteria
InfoCosto del biglietti tra 18 e 25 anni - 2€
Gratuito al di sotto dei 18 anni e aventi diritto
I biglietti potranno essere acquistati:
- in sede;
- on line sul sito web Musei Italiani (https://www.museiitaliani.it/acquista-biglietto);
- da smartphone tramite l'app Musei Italiani (disponibile su Apple Store o Google Play);
Per supporto all'acquisto on line: e-mail info@museiitaliani.it, tel. +39 06 87570182 (tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:30).
Descrizione
Situata in posizione panoramica sulla collina del Vomero, accanto al cinquecentesco Castel Sant'Elmo, la Certosa di San Martino rappresenta una delle immagini più iconiche di Napoli. Fondata nel 1325 da Carlo di Calabria, figlio di re Roberto d'Angiò, questo straordinario complesso religioso ha attraversato sette secoli di storia, trasformandosi da severo monastero gotico in uno dei più raffinati esempi di arte barocca italiana.
L'edificazione originaria fu affidata all'architetto e scultore senese Tino di Camaino, del cui progetto rimangono oggi i grandiosi sotterranei gotici, un'opera d'ingegneria di notevole rilevanza. Ma è tra il XVI e il XVIII secolo che la Certosa assume l'aspetto attuale: un susseguirsi di interventi che trasforma radicalmente il monastero medievale.
Il grande protagonista di questa metamorfosi è Cosimo Fanzago, che dal 1623 al 1656 imprime il suo segno inconfondibile su ogni ambiente del monastero. La sua straordinaria attività decorativa sostituisce le tradizionali geometrie con apparati ricchi di fogliami, frutti e volute stilizzate, creando effetti cromatici e volumetrici di eccezionale realismo.
La Certosa è stata teatro dell'opera di alcuni tra i più importanti artisti della storia italiana. Oltre agli architetti Dosio, Fanzago e Niccolò Tagliacozzi Canale, hanno lavorato qui pittori del calibro di: Belisario Corenzio e il Cavalier d'Arpino, Battistello Caracciolo e Massimo Stanzione, Giovanni Lanfranco e Jusepe de Ribera, Luca Giordano e Francesco Solimena, Paolo De Matteis e Francesco De Mura.
Tra gli scultori spiccano Pietro Bernini, Domenico Antonio Vaccaro e Giuseppe Sammartino, che hanno contribuito a fare di San Martino una delle principali testimonianze del barocco italiano.
Nel 1866, con la soppressione degli ordini religiosi, la Certosa viene trasformata in museo per volontà di Giuseppe Fiorelli. Da allora, il Museo di San Martino è diventato il custode privilegiato della storia e della cultura artistica napoletana, raccogliendo opere d'arte e manifatture tradizionali da tutto l'ex regno borbonico assumendo fin dalla sua apertura al pubblico nel 1867 un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità napoletana e nazionale.
La Certosa e Museo di San Martino rappresenta una tappa obbligata per chiunque voglia scoprire l'anima artistica di Napoli, dove architettura, pittura e scultura si fondono in una sintesi perfetta che racconta sette secoli di storia e bellezza.
ESPERIENZA DI VISITA
Il complesso monumentale certosino offre ai visitatori un'esperienza completa: oltre alla suggestiva Chiesa, al Quarto del Priore, ai chiostri storici e ai Giardini con le loro terrazze panoramiche che regalano vedute mozzafiato sulla città e sul golfo, è possibile ammirare le ricche raccolte museali acquisite tramite donazioni e acquisizioni, organizzate in diverse sezioni specialistiche:
Sezione Presepiale: custodisce la collezione più ricca di pastori del XVIII secolo, testimonianza dell'antica tradizione presepiale napoletana che ha reso famosa la città in tutto il mondo.
Sezione Navale: documenta la storia marittima del Regno di Napoli attraverso Lance reali, modelli e oggetti d'arte navale.
Sezione "Immagini e Memorie della Città e del Regno": un affascinante viaggio attraverso l'evoluzione urbanistica di Napoli, che racconta le trasformazioni della città e delle sue tappe storiche più significative a partire dal Rinascimento. E' qui che trova posto la celebre Tavola Strozzi, uno dei più preziosi documenti iconografici della Napoli quattrocentesca.
Sezione "800 Napoletano": custodisce una prestigiosa raccolta di circa 950 dipinti del XIX secolo che documenta la vivace stagione artistica napoletana dell'Ottocento, con particolare attenzione alla celebre Scuola di Posillipo e alle trasformazioni sociali e culturali della città borbonica.
Sezione Teatrale: espone dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie e cimeli che illustrano temi del teatro a Napoli dalla prima metà dell'Ottocento: dalla storia del Teatro San Carlo a quella del Teatro San Carlino, con il celebre Modello al vero della Scena realizzato per l'Esposizione Nazionale di Torino del 1898, dalla maschera di Pulcinella agli allestimenti scenografici di Antonio Niccolini.
Cona dei Lani: il più imponente complesso fittile del Rinascimento meridionale, un polittico in terracotta dipinta, realizzato nel 1517 e proveniente dalla distrutta cappella dei Lani nella chiesa di Sant'Eligio al Mercato, bombardata nel 1943.
Approfondimenti: sezioni e collezioni
Servizi
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Visite guidate
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Spazi espositivi
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Didascalie
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Guide e cataloghi
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Percorsi segnalati
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Archivio
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Assistenza disabili
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Audioguide
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Biblioteca
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Fototeca
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Sala convegni
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Caffetteria
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Postazioni multimediali
Posizione
Certosa e Museo di San Martino
Largo San Martino, 5 - 80129 Napoli (NA)
Contatti
Brunella Velardi
Eventi
Il mio primo presepe - Musamà for family
Carosello galleria
Sala della Cona dei Lani
Proveniente dalla chiesa angioina di Sant’Eligio al Mercato, l’insieme monumentale di opere in terracotta faceva parte della ricca decorazione della distrutta Cappella dei Lani (ossia dei macellai). I grandi frammenti vennero ritrovati per la prima volta durante i lavori svolti nel secondo dopoguerra nella Chiesa, distrutta durante i bombardamenti del 1943. Sepolti sotto il pavimento della cappella, i frammenti decorativi vennero interrati con ogni probabilità nel Settecento, quando la chiesa subì imponenti lavori di modernizzazione. Divisi in seguito tra diversi depositi cittadini, e di fatto dimenticati fino al recente recupero, dai frammenti è riemerso ciò che si può ritenere il più imponente complesso fittile policromo del Rinascimento meridionale.
Chiostro grande
Cuore pulsante della vita monastica certosina e luogo di pace e silenzio ancora oggi, il Chiostro grande è caratterizzato da un grande giardino con al centro un puteale, la sottostante cisterna e il monumentale cimitero dei monaci. Lungo il perimetro sono tuttora visibili porte e passavivande delle celle dei monaci. Ampliato a partire dal 1581 dall’architetto toscano Giovanni Antonio Dosio, che lo ingentilisce delle caratteristiche rinascimentali, viene poi completato e abbellito ulteriormente con l’intervento del bergamasco Cosimo Fanzago tra il 1623 e il 1656, il quale aggiunge le scenografiche sculture marmoree collocate sulle sovrapporte d'angolo e il suggestivo cimitero.
Castel Sant'Elmo e la Certosa di San Martino
Veduta panoramica della collina di San Martino, a Napoli, con il complesso monumentale della Certosa di San Martino, che ospita il Museo nazionale di San Martino, e la fortezza di Castel Sant'Elmo
Presepe Cuciniello
Il Museo Nazionale di San Martino costituisce la principale raccolta pubblica italiana dedicata al ‘presepe napoletano’, tipica produzione che ha raggiunto i più alti livelli di qualità tra Sette e Ottocento. La sezione presepiale, ubicata nella zona dove erano le cucine dell’antica Certosa, ruota intorno al grandioso presepe Cuciniello, ambientato in una finta grotta, e dotato di un impianto di illuminazione che simula l’alternarsi di alba, giorno pieno, tramonto e notte. Il presepe prende nome da Michele Cuciniello, il collezionista che donò allo Stato la sua raccolta di circa ottocento tra ‘pastori’, animali e accessori, e che volle personalmente seguire la messa in scena ed il montaggio dell’intero presepe, inaugurato nel 1879. La rappresentazione presepiale segue il classico schema tripartito: la Natività è situata al centro mentre ai lati si trovano le scene dell’Annunciazione ai Pastori e della Taverna.
Chiesa
Di impianto trecentesco, la Chiesa della Certosa di San Martino è una delle massime testimonianze del periodo barocco e rococò a Napoli. Il pavimento marmoreo della navata, grande esempio dell'arte dell'intaglio e della commissione dei marmi, fu iniziato su progetto dell’architetto bergamasco Cosimo Fanzago e ultimato dal certosino Bonaventura Presti nel 1665. Al pittore emiliano Giovanni Lanfranco si devono gli affreschi della volta della navata, il cui ciclo pittorico, compiuto tra il 1636 e il 1639, ha come soggetto l'Ascensione di Cristo con angeli e beati. I Profeti dipinti, tra il 1638 ed il 1643, da Jusepe de Ribera sono disposti invece sopra gli archi delle cappelle laterali. Nella controfacciata, ai lati del portale d'ingresso, sono collocate entro due cornici marmoree le tele raffiguranti Mosè ed Elia del Ribera, e, infine una Pietà di Massimo Stanzione del 1638.
Certosa di San Martino, vista panoramica
Adagiata sulla sommità della collina del Vomero, la Certosa di San Martino affaccia sull'intera città e sul suo Golfo rappresentando uno dei punti panoramici più suggestivi di Napoli.
Lancia Reale a 24 remi, 1740 ca
Una delle tre imbarcazioni presenti nella sezione navale, l’imponente Lancia a 24 remi, fu donata dalla Città di Napoli a Carlo di Borbone, caso pressoché unico nella storia. Dalla solida ed elegante struttura, è riccamente decorata e dorata, con al centro un baldacchino il cui soffitto è dipinto con l'Allegoria dell'Agricoltura attribuito a Fedele Fischetti. Costruita nel quarto decennio del Settecento dalle maestranze dell'arsenale di Napoli, fu poi consegnata al Museo di San Martino nel 1874 dalla Real Marina.
Bozzetto in terracotta del Cristo velato, Antonio Corradini - 1752
Esposto nel Quarto del Priore, il bozzetto originale in terracotta del famosissimo Cristo velato della cappella San Severo. La celebre scultura non fu ideata da Giuseppe Sammartino, che ne fu invece l'esecutore. Fu Antonio Corradini l'autore di questo bozzetto, preparatorio per la statua marmorea, commissionatagli dal Principe Raimondo de' Sangro. Ma la improvvisa morte dell'artista il 12 agosto del 1752, ne impedì la realizzazione, costringendo il principe di Sansevero a rivolgersi a Giuseppe Sammartino, che scolpirà nel 1753 il capolavoro della sua vita.
Sagrestia della Chiesa della Certosa di San Martino
La sagrestia della Chiesa della Certosa di San Martino è un concentrato di capolavori. A partire dagli armadi e dall’insieme delle tarsie decorative – originariamente policrome - realizzati da artisti fiamminghi e maestranze napoletane. I pannelli, realizzati tra il 1587 e il 1600, raffigurano Episodi del Vecchio Testamento, Storie dell’Apocalisse, e Vedute Prospettiche. La volta è affrescata dal Cavalier d’Arpino, mentre sull’arco della parete in fondo spicca l’Ecce Homo affrescato da Massimo Stanzione con la doppia scenografica scalinata a sfruttare pienamente gli spazi, creando una prospettiva unica nel suo genere. Dal lato opposto, sulla parete che sovrasta l’ingresso della Sagrestia, sono presenti la Crocifissione ad opera del Cavalier d’Arpino, e la Negazione di San Pietro, controverso dipinto d’autore di scuola caravaggesca tanto vicino ai quadri del Merisi da renderlo confondibile con uno di essi.
Tavola Strozzi, 1472-43
La Tavola Strozzi è considerato il primo dipinto della storia raffigurante la città di Napoli. La città è vista dal mare e sono visibili scorci dei principali quartieri, con elementi architettonici non più esistenti, come il faro del Molo di San Vincenzo, e monumenti ed edifici ancora oggi riconoscibili. Sulla collina del Vomero, ancora del tutto verdeggiante, spiccano la stessa Certosa di San Martino nella sua prima veste gotica e Palazzo Belforte, che in seguito diverrà Castel S. Elmo. La tavola (82x245 cm) fu eseguita a tempera da autore ignoto tra il 1472 e il 1473 per immortalare il rientro della flotta aragonese dalla vittoriosa Battaglia di Ischia, e ritrovata nella dimora del fiorentino Filippo Strozzi, dal quale prende il nome.
Berlina degli Eletti della Città di Napoli, 1698 - 1700
Due antiche e preziose carrozze impegnano l’androne che separa il Chiostro dei Procuratori dai Giardini della Certosa. La più antica è la Berlina degli Eletti della Città, che il Tribunale di S. Lorenzo fece costruire, per il trasporto dei rappresentanti pubblici, tra il 1698 e il 1700. Realizzata in legno dorato arricchito da dipinti e pregiati tessuti, nel 1722 fu rinnovata l’ossatura, e nel 1856 la doratura. L’ultima uscita pubblica risale al 2 giugno 1861, in occasione del Corpus Domini.
Lancia Reale a 14 remi, 1889
Realizzata dai Maestri d’Ascia dell’Arsenale di Napoli nel 1889, la lancia a 14 remi di Umberto I di Savoia, rappresenta una vera e propria consacrazione alle arti liberali, come testimoniato dalle eleganti rifiniture dorate. Intorno allo scafo, interamente bianco, corre una fascia ornata con conchiglie e granchi, mentre la grande aquila dorata a prua regge lo stemma di Casa Savoia. Di raffinata lavorazione, la barra del timone raffigurante un drago dorato.
Chiostro dei Procuratori, XVI secolo
Realizzato da G.A. Dosio a fine Cinquecento, deve il suo nome ai Padri Procuratori, che amministravano il patrimonio della Certosa, curavano l’educazione dei Conversi e si occupavano dei rapporti col mondo esterno alla clausura. Aveva proprio la funzione di snodo e passaggio fisico tra questo e gli ambienti della vita eremitica, come testimonia anche la vicina spezieria. Oggi il Chiostro ospita una raccolta di stemmi proveniente da chiese e palazzi napoletani coinvolti nelle demolizioni del Risanamento tardo-ottocentesco, oltre al bel pozzo centrale, di inizio ‘600, opera di Felice de Felice
Veduta panoramica dalla Loggia del Priore
La Loggia, che caratterizza il Quarto del Priore, è ancora oggi il luogo più iconico del complesso monumentale. L’incomparabile posizione panoramica e la bellezza degli ambienti furono elogiati dai visitatori già ai tempi del Grand Tour.
Quarto del Priore, stanze di rappresentanza
Il Quarto del Priore è l’appartamento della guida spirituale della comunità certosina: esso comprendeva ambienti di preghiera, una rilevante quadreria ed ampie stanze dove erano ricevuti gli ospiti di maggior riguardo. Molti di essi, ne elogiavano la bellezza degli ambienti, la profusione delle scelte decorative, la ricchezza del patrimonio d’arte esposto. Il Vestibolo e la Biblioteca, la cui Meridiana del Chiaiese è da ritenere un unicum del patrimonio artistico locale del periodo, sono da annoverare fra le espressioni maggiori del Settecento Napoletano e da ritenere ambienti di notevole rappresentanza nel contesto delle sale espositive del complesso.
𝘔𝘢𝘥𝘰𝘯𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘭 𝘉𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘰 𝘦 𝘪 𝘚𝘚.𝘎𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘉𝘢𝘵𝘵𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘦 𝘎𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘌𝘷𝘢𝘯𝘨𝘦𝘭𝘪𝘴𝘵𝘢 / in alto: 𝘊𝘳𝘰𝘤𝘪𝘧𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 / 𝘚.𝘔𝘪𝘤𝘩𝘦𝘭𝘦 𝘈𝘳𝘤𝘢𝘯𝘨𝘦𝘭𝘰 / 𝘚.𝘎𝘪𝘰𝘳𝘨𝘪𝘰 - Jean de Bourdichon, fine secolo XV
l famoso trittico di Jean de Bourdichon, tempera su tavola, fine secolo XV, è una delle poche testimonianze dell'originario patrimonio certosino, realizzato dall'artista, probabilmente, su commissione di Ferrante I d'Aragona e da questi donato alla Certosa. Il dipinto fu realizzato per adornare la Chiesa della Certosa, mentre attualmente è esposto nel Quarto del Priore.
Modello al vero della scena del Teatro San Carlino, 1898
Una suggestiva ricostruzione in legno del palcoscenico del San Carlino, così come si presentava la sera dell'ultimo spettacolo, occupa una delle sale della Sezione Teatrale. Attorno ad essa, una copiosa documentazione costituita da ritratti, locandine, maschere e il plastico del teatro in via di demolizione testimoniano la storia di questo luogo di modeste dimensioni, posto al di sotto del livello stradale, dove si racconta sia nata parte della comicità napoletana. Persino il re, si narra, si introducesse travestito per osservare le parodie ad egli dedicate.